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L'obbligo di adozione del Modello 231 alla luce della Riforma dello Sport: spunti sui contenuti delle Linee Guida di FIGC e FIP




Premessa
Tra le novità apportate dalla Riforma dello Sport va certamente sottolineato l’obbligo, per gli enti di settore, di redigere delle linee guida per la redazione di Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo nell’ambito dell’attività sportiva, in uno alla previsione di adottare codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione di molestie, violenza di genere e ogni altra condizione di discriminazione.
Questa previsione funge da raccordo tra le prescrizioni della Riforma e quanto già sperimentato nel tema della compliance aziendale con la predisposizione dei Modelli adottati ai sensi del D.lgs. 231/2001, la cui esperienza pluriventennale è sempre stata supportata da linee guida di Confindustria che hanno fissato i paletti attorno ai quali disegnare e costruire la linee di prevenzione. 
Sulla scorta di questo spirito della riforma la Federazione Italiana Giuoco Calcio e la Federazione Italiana Pallacanestro sono state tra le prime a rendere nota l’adozione di linee guida idonee a dettare dei paletti attorno ai quali far muovere la regolazione dei settori di loro specifica competenza, assegnando altresì un termine di 12 mesi per l’adeguamento di tutti gli enti di federazione. 
Lo scopo perseguito da tali atti normativi, da un lato, è stato quello di stimolare la diffusione di una maggiore consapevolezza in ordine alle condotte che possano essere ritenute integranti forme di molestia, violenza di genere e, in generale, ogni condizione di discriminazione e, dall’altro, quella di predisporre un insieme di norme minime capaci di limitare o schermare la colpa di organizzazione degli enti nel caso di una responsabilità da reato. 

Le Linee Guida FIGC
Il 31 agosto 2023 – a distanza di due mesi scarsi dall’approvazione della Riforma dello Sport – la Federazione Italiana Giuoco Calcio ha approvato le linee guida per la Redazione del Modello 231, rappresentando il primo esempio effettivo di adesione ai dettami della riforma da parte di una federazione sportiva di categoria. 
Tale documento prescrive l’obbligo per i soggetti appartenenti alla categoria di adottare, nel termine di dodici mesi dall’approvazione delle stesse, modelli organizzativi e di controllo dell’esercizio dell’attività sportiva, unitamente all’adozione dei codici di condotta, entrambi finalizzati alla prevenzione di fenomeni di abuso, violenza o discriminazione con una particolare attenzione verso i minori. 
Per aumentare il livello di vincolatività delle disposizioni in esse contenute, la FIGC ha previsto anche l’istituzione di una Commissione Federale cui affidare il monitoraggio del rispetto delle politiche di Safeguarding, con il compito di verificare l’efficace adozione e aggiornamento dei nuovi obblighi previsti dalla riforma. 
Sin dalle premesse la linee guida della Federazione Italiana Giuoco Calcio hanno posto l’accento sulla garanzia dei diritti dei Tesserati e delle loro tutele, con una particolare attenzione alla tutela dei soggetti minori di età.
La premessa di fondo è quella di esplicitare il perseguimento della promozione di un ambiente sportivo caratterizzato da un'inclusività idonea a garantire il rispetto dei diritti di tutti i tesserati, con un occhio di attenzione particolare ai minori, anche al fine di promuovere le diversità e l’equità di trattamento. 

Le Linee Guida FIP
Il lavoro tempestivo della FIGC è stato superato dalla Federazione Italiana Pallacanestro che ha emanato, in attuazione delle prescrizioni previste dalla Riforma dello Sport, le linee guida di Federazione finalizzate a prevenire abusi, violenze e discriminazioni nell’attività sportiva, anche nel rispetto delle indicazioni contenute nella Delibera della Giunta Nazionale del CONI n. 255 del 25.7.2023.
Anche in questo caso, l’obiettivo principale è stato, in uno alla prevenzione di condotte abusive, violente o moleste, la determinazione di regole minime di condotta funzionali alla predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e delle prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni forma di discriminazione. 
L’emanazione, in contemporanea rispetto alle Linee Guida FIGC, si differenzia nell’approccio, molto più chino sulle cc.dd. componenti immateriali: principiando dalla "Premessa", le prime righe si riferiscono, da un lato, alla componente umana, esplicitando l’assoluta parificazione tra le violenze e gli abusi fisici e psicologici, equiparati dal punto di vista degli impatti sugli atleti, e dall’altro, alla componente aziendalistica, ponendo l’accento sull’affidabilità delle organizzazioni sportive. 
Il riferimento all’affidabilità anticipa il tema della previsione di norme minime per l’adozione dei Modelli 231, in quanto la compliance aziendale, rafforzata dalla presenza del Modello, è capace di esplicare effetti in punto di credibilità dell’ente sportivo all’esterno rispetto alla tutela di alcuni valori etici e all’adesione a una modalità virtuosa di gestione dell’attività sportiva. 
L’obiettivo dichiarato delle linee guida FIP è, com’era per quelle FIGC, quello di costituire un punto di partenza per le proprie Affiliate funzionale all’adeguata “predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista dal decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 o per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale”.
Diversamente da quanto previsto nelle linee guida FIGC, quelle della Federazione Italiana Pallacanestro hanno il pregio di esplicitare e normare in maniera più diretta gli aspetti maggiormente critici e che proprio per questo hanno bisogno di una specificazione più dettagliata.  In questo senso colpisce la previsione, all’art. 8, del meccanismo di segnalazione e individuazione del responsabile contro gli abusi, violenze e discriminazioni, che introduce una figura, da nominare entro il 1 luglio 2024 e normata specificamente all'interno del MOCAS con previsioni specifiche rispetto a funzioni, requisiti e procedura di nomina, che funga da raccolta e valutazione delle condotte rappresentate per prevenire e contrastare ogni tipo di abuso, violenza e discriminazione sui tesserati.
Di fatto si crea un’equiparazione, specifica per il settore delle affiliate FIP, tra il Responsabile contro abusi, violenze e discriminazioni e l’Organismo di Vigilanza, con cui condivide, secondo le Linee Guida anche l’autonomia e l’indipendenza rispetto all’organizzazione sociale. 

Conclusioni

Le linee guida si fanno dunque portatrici anche dell’obiettivo di consentire la diffusione e l’informazione dei tesserati, in riferimento a misure e procedure di contrasto ai fenomeni di abuso, violenza e discriminazione con la correlata previsione di un sistema di segnalazione di eventuali episodi di violazioni a tutela dei tesserati, ma anche – cosa non trascurabile – degli stessi segnalanti. 
Il perseguimento di questi obiettivi presuppone certamente il coinvolgimento, esplicitato sin dal principio, delle Associazioni e delle Società Affiliate, chiamate ad individuare e attuare in proprio adeguate misure, procedure e politiche di salvaguardia finalizzate alla riduzione delle condotte lesive dei diritti dei tesserati, con particolare riferimento ai minori.
Non è un caso, allora, che la riforma stessa abbia previsto, sebbene con un periodo di attuazione più lungo, anche l’adozione, per tutti gli enti cc.dd. Sportivi, di un idoneo Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo per prevenire la responsabilità da reato anche in questo ambito. 
Ed è fuor di dubbio che nell’economia complessiva della riforma sia stata intenzione del legislatore assegnare un ruolo preponderante alla normazione di settore contenuta nelle Linee Guida. 
Gli esempi delle linee guida sinora riportati, tuttavia, non possono avere l’attitudine a coprire l’intero spettro dello sport: il mondo dello sport è così esteso e variegato che si dovrà rendere necessario per tutte le altre Federazioni un adeguamento nel minor tempo possibile, per assicurare un’omogeneità di trattamento, ma anche di tutele, nei rami più specifici dello sport. 
Sarebbe auspicabile, in tale senso, anche un intervento del CONI che riesca a stabilire criteri minimi di base da rispettare per assicurare il recepimento degli obiettivi prefissati dalla riforma, con la previsione di misure di controllo per rendere quanto più operative possibili gli obblighi della riforma dello Sport.
Questo anche in considerazione di quanto previsto dalle Linee Guida FIP appena viste e di tutte le altre linee guida che prevedano, com’è auspicabile, organi di raccordo e coordinamento con il CONI e con le misure di monitoraggio e verifica allo stesso spettanti.
Peraltro, il termine di adeguamento è vicino e bisognerà vedere quali prospettive di effettività saranno richieste nell'immediatezza della scadenza.





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